Qualcuno ha la vita che vorrebbe?

Lo scorso week end sono stata al Festival Letteratura di Mantova. Ammetto di non essere troppo amante del genere: la folla, le code, gli eventi uno dopo l’altro che ti costringono a precipitarti da un lato all’altro della città e poi, nel caso di Mantova, un caldo umido e appiccicoso da foresta pluviale. Ma ho anche avuto degli incontri interessanti. Ho scoperto un autore di cui presto vi parlerò, e sono molto contenta di aver seguito l’incontro con Paola Mastrocola, autrice che ho scoperto di recente dopo la lettura del suo ultimo libro: Non so niente di te.

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Genitori, conoscete davvero i vostri figli? Siete sicuri di sapere chi sono, chi vogliono diventare, dove vogliono vivere? E voi figli, siete sicuri di aver sempre detto la verità, di non esservi rifugiati in quello che ci si aspetta da voi, di non aver negato la vostra natura solo per fare contenti mamma e papà? Nella storia della Mastrocola ci sono due bravi genitori altoborghesi, i Cantirami, e un bravo figlio studioso, Filippo. Filippo è il figlio che tutti i genitori vorrebbero: laurea alla Bocconi, master a Cambridge, dottorato a Stanford. Filippo ha la vita che tutti i ragazzi desiderano: studi all’estero, nelle università più prestigiose. È un cittadino del mondo, così come si addice ai giovani d’oggi.

Un equilibrio troppo perfetto per risultare credibile o quantomeno universale secondo la Mastrocola. Ad un certo punto nella storia irrompono delle pecore, come non ve lo dico, fatto sta che le pecore cambiano tutto, sconvolgono gli equilibri. Da questo momento in poi Filippo detto Fil scompare e i coniugi Cantirami si mettono affannosamente sulle sue tracce scoprendo un figlio che non conoscevano affatto. Chi è Filippo? E perché ora scoprono su di lui cose mai sapute? Che a sei anni detestava il basket, che era timido… Eppure sono stati dei bravi genitori. E non è che Fil si droghi, o sia un delinquente, la storia non è così banale. Fil è solamente un’altra persona e a loro questo è sfuggito quando concordavano con lui i piani per il futuro.

I desideri non sono universali, ci dice la Mastrocola, che è un’insegnante e di ragazzi se ne intende. I nostri figli, sostiene, hanno tutto, nulla di cui lamentarsi, trovano sempre la strada spianata; ma vivono in delle gabbie dorate nelle quali le uniche aspirazioni possibili sono la scuola, l’università, gli studi all’estero, una carriera folgorante. E magari loro vogliono fare i falegnami, o i pastori, oppure vogliono studiare ma con i loro tempi, seduti sotto un albero e non in un prestigioso college inglese.

Questo libro ha colpito nel segno, per quanto mi riguarda. Io sono Fil, avrei voluto dire alla Mastrocola quando l’ho incontrata. Invece mi sono mancate le parole, così uso le sue per descrivermi meglio di come avrei potuto io stessa:

Ma queste cose Fil non le dice a nessuno. E come può? Lo prenderebbero per un vecchio, uno che se ne vuole solo stare a casa tranquillo invece di andare a conoscere il mondo e fare esperienza. Non ci pensa neanche, non è mica matto. […] Essere scoglio in tempi in cui gli altri erano onde tumultuose non era facile.

Vi rigiro la domanda in copertina: “Qualcuno ha la vita che vorrebbe?”

5 risposte a “Qualcuno ha la vita che vorrebbe?”

  1. Io ho studiato psicologia, ora lavoro sulle barche a vela… domani non mi dispiacerebbe fare qualcosa di diverso. Sperimentate!

  2. …mi hai fatto venire voglia di leggerlo! Penso sarà un mio prossimo libro da leggere!

  3. Avatar Elisabetta Orlandi
    Elisabetta Orlandi

    Bella domanda! 🙂 Rispondo: sì, pian pianino sto rifinendo i dettagli e sto scoprendo dettagli da rifinire… credo che di questo di tratti, alla fin fine. Dettagli e pazienza.

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